STORIE DI DONNA: IVG la scelta piu' difficile della mia vita
"Ti fanno sentire un'assassina"
"sono tutti pronti a giudicare e criticare"
"in pochi comprendono la mia ferita interiore"
Perchè l'aborto non è sinonimo di egoismo
ma una scelta di vita che segna profondamente
il futuro di una donna
Parlarne è difficile e decidere di mettere tutto nero su bianco è straziante, è come rivivere quei momenti in cui il mondo si è fermato, in cui mi sono sentita sola, indifesa, persa ed abbandonata.
Avevo compiuto da poco 17 anni, io e lui ci frequentavamo da un annetto circa.
Poi un giorno "sono incinta", la mia memoria ha rimosso completamente il momento in cui l'ho scoperto, le emozioni ed i particolari...
ricordo invece quando lo dissi a lui e lui...fece un passo indietro dicendo subito,senza nemmeno rifletterci "io non ci sarò, questo figlio io non lo voglio". La risposta di mia madre non è stata molto diversa "non lo puoi tenere, crescerà senza un padre, sei giovane, devi terminare gli studi, che futuro potrai dargli, col mio stipendio arriviamo a stento a fine mese" e tutta la lista interminabile di motivi per cui non avrei dovuto tenere quel bambino...
insomma entrambi terminarono la tiritera con "DEVI ABORTIRE" ma nessuno dei due si fermò un secondo a capire quel vortice di emozioni, quel tornado che stava distruggendo i miei sentimenti, perchè io, quel bambino avrei voluto tenerlo....
Sono passati anni ormai e ancora è vivo nella mia memoria il giorno in cui mi recai in clinica... Mia madre lavorava, lui si degnò solamente di pagare l'intervento, io accompagnata da un'amica (2 anni piu' piccola di me) arrivai davanti a quel portone, lei mi salutò, doveva andare a scuola ed io.... io entrai sola...
Affianco a me una donna che cercava di giustificare il suo gesto ed io ancora non comprendevo....
I ricordi successivi sono terribili, se mi fermo a pensare ricordo ancor l'odore ed il freddo della sala operatoria, le critiche dei medici, non ricordo quante fossimo li dentro, ricordo che passavano e chiedevano se fosse la prima volta e poi se ne andavano parlottando tra loro , scommettendo dopo quanto tempo lo avremmo rifatto...
E poi...la parte piu' dolorosa, ciò che piu' strazia il cuore, non so se sia la prassi o meno ma ricordo come fosse ora, nl lettino operatorio, con le gambe aperte, uno dei due medici inserisce l'ecografo ,facendomi vedere lo schermo, mostrandomi quel fagiolino che si muoveva e facendomi ascoltare il suo cuoricino
"sei ancora sicura di farlo?"
E poi nulla.... ricordo solo di essermi addormentata piangendo e di essermi risvegliata in un mare di lacrime.
Nel frattempo era arrivata mia madre, quella donna che fino ad allora si era mostrata dura e decisa, mi abbraccio e mi disse "non odiarmi, un giorno mi ringrazierai"
L'abbraccio di mia madre mi accolse ma lo sguardo della mia vicina di letto e la sua mano tesa mi fecero sentire meno sola...
Qualche ora dopo la dimissione, lo svenimento in ascensore, le lacrime eper poi dare un volto ai pianti delle altre ragazze che avevo sentito nella sala pre-operatoria....
Sui giorni seguenti preferisco non soffermarmi, pianti, liti, discussioni.... appuntamenti con lo psicologo....
Sono passati 12 anni da quel giorno, ho terminato gli studi,mi sono sposata(con un'altro uomo perfortuna) ,lavoro e ho la mia famiglia ma ancora fa male...
e piu' passa il tempo e piu'
comprendo quella donna che cercava di giustificarsi,
quante volte in questi anni ho mentito,
omettendo quella fase della mia vita o dicendo di averlo perso
per il semplice timore di essere giudicata
o di dover raccontare piu' di cio' che in realtà
il mio cuore sopporta di ricordare....