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STORIE DI MAMMA: morbo di Crohn e maternità.


foto di Chiara DeMarchi del progetto Invisible Body Disabilities

La mia maternità è sempre stata un fuoco di domande da parte di chi mi circonda: “Ma sei sicura che puoi?” “Dai lascia stare...se poi stai male?” “Ma i medici che dicono” “Mi raccomando Cristina pensaci bene, puoi sempre provare tra qualche anno” “Sei sicura che puoi allattare con le cure che stai facendo?” “Informati bene. Forse è il caso che dai LA” “Non stai neanche in piedi, lascia stare e pensa alla tua salute”.

foto di Chiara DeMarchi del progetto Invisible Body Disabilities

... "la mia salute" ...

Sono mamma da nove mesi della dolcissima e solare Arabella. Una gravidanza cercata con tutta me stessa. Combattuta. Una lotta. Per anni ho negato a me e a mio marito il desiderio di avere un figlio solo per paura: paura di non farcela, di star male e di trasmettere la mia malattia al bambino/a che sarebbe nato.

Sono affetta da Morbo di Crohn da 15 anni. Una malattia cronica, una compagnia che non ti abbandona mai. Nessun giorno di riposo, nessuna vacanza. Una convivenza che negli anni diventa normalità. Fino a quando non ho sentito dentro me un desiderio forte di maternità e in quel momento ho rimesso tutto in gioco. Me stessa e la mia forza.

Un percorso iniziato nel giugno 2013. Le prime visite ginecologiche. I primi esami. Un ricovero in ospedale nel mese di agosto perché non stavo bene con il Crohn. Finalmente in dicembre, la mattina di Natale, con grande emozione appaiono le due linee rosa tanto attese. Gioia infinita. Purtroppo però a gennaio 2014 ho avuto una riacutizzazione della malattia, ho iniziato la terapia cortisonica e il 31 di quel mese quelle maledette parole: “signora mi dispiace, non c'è battito”. Non lo auguro al peggior nemico.

Dopo il raschiamento ho affrontato un difficile periodo di ripresa, sia fisica che psicologica. Ma la voglia di riprovare ad avere un figlio era fortissima.

Terminata la terapia cortisonica in maggio ho effettuato una colonscopia per valutare la situazione post cure. Finalmente in remissione. Ho ricevuto il via libera dal medico per ricercare nuovamente una gravidanza. La mia terapia di mantenimento mi era stato assicurato che non avrebbe creato problemi o interferito con una gravidanza. Il 5 agosto 2014 test positivo.

Gioia, paura, corse in ospedale, visite ed ecografie. Una gravidanza vissuta giorno per giorno come un dono. Con il Crohn sono stata benissimo. Ho avuto dei problemi che mi hanno portata al riposo assoluto per mesi, questi però causati da un accorciamento del collo dell'utero, non dalla malattia.

La terapia di mantenimento per il Crohn, Mesalazina, non ha creato nessun problema ne a me ne alla mia bambina.

Fino ad un mese prima della ddp ci sono stati dubbi se eseguire un parto cesareo o naturale. Alla fine, visto che tutto procedeva al meglio, il 22 aprile 2015 (dopo diciotto ore di travaglio, quattro ore e mezza di spinte e un episiotomia preventiva) è nata la vita mia. E' nata Arabella.

Ho toccato il cielo con un dito.

Appena nata si è attaccata subito al seno. Io e lei, pelle a pelle, unite ancora.

Il post parto è stato difficile, inutile negarlo. Fisicamente ero a terra. L'emoglobina era molto bassa tanto che non volevano dimettermi al terzo giorno. Io però desideravo tornare a casa mia, con la mia famiglia. Quindi dopo aver spiegato che mio marito mi sarebbe rimasto accanto per due settimane mi hanno dimessa.

Faticavo a stare in piedi, ho avuto forti problemi di emorroidi. Ma con l'aiuto di Luca pian pianino ho riacquistato energie.

Un giorno del mese di agosto però, vado in bagno con un gran mal di pancia ed ecco di nuovo sangue dall'ano. Era segno che qualcosa non andava e che il Crohn si era risvegliato. Mi sono subito recata in visita dal mio gastroenterologo il quale mi ha prescritto nuovamente la terapia cortisonica più una terapia locale con delle supposte di Mesalazina (oltre alle solite cure di mantenimento quali Pantoprazolo da 40 mg e ferro 100 mg). La terapia con Mesalazina per bocca la dovetti interrompere perché dava diarrea a mia figlia, essendo allattata esclusivamente al seno.

Purtroppo la situazione invece che migliorare andava peggiorando. Le scariche di sangue e muco non miglioravano, anzi. I dolori alla pancia si facevano molto forti. In ottobre sono arrivata a 15 scariche in un giorno. Non riuscivo a gestire i bisogni di mia figlia e l'allattamento. Ero sempre in bagno piegata in due dai dolori. Quindi su consiglio del mio medico specialista ho eseguito ulteriori esami, tra cui quelli sulle feci.

Ed ecco il colpevole: CLOSTRIDIUM DIFFICILE.

Il gastroenterologo mi disse di iniziare subito una terapia antibiotica per debellarlo. Se però le mie condizioni fisiche non fossero migliorate avrei dovuto affrontare il ricovero in ospedale. Ero calata 3 kg in una settimana e non stavo neanche in piedi.

Il mio pensiero è stato subito rivolto a mia figlia. Non potevo lasciarla. Non volevo smettere di allattare. Non potevo.

Fortunatamente i farmaci erano tutti compatibili, ma le dosi elevate di farmaco mi creavano enormi preoccupazioni. Da mamma la domanda si pone:”ma siamo sicuri che nel latte non le arriva nulla?”.

La terapia era la seguente: otto compresse di antibiotico, tre compresse di cortisone, una di protettore gastrico, una di ferro e due supposte la sera di Mesalazina. Inutile dire che ero un cadavere.

Come sono riuscita ad affrontare tutto senza mollare e senza mai interrompere una poppata? Ho un marito accanto a me eccezionale. Mi tiene stretta la mano nella sua, sempre. Mi trasmette forza. Questa forza non mi ha fatto mollare. E' stato un periodo difficile, sono stata davvero molto male.

A dicembre ripeto gli esami. CLOSTRIDIUM DIFFILE morto stecchito. Scariche di sangue pari a zero. Mal di pancia che piano piano svanisce. Sono rinata.

Certo spesso sono molto stanca, ho perso tanti chili in poco tempo. Non ho completamente recuperato tutte le mie forze. Assumo ancora la terapia cortisonica ma se tutto va bene tra un mese dovrei terminarla e proseguire solo con le cure di mantenimento. Arabella è sana e felice. Io sono felice.

La nostra famiglia è felice.

Ho voluto condividere la mia esperienza con voi per portare una testimonianza di mamma affetta da patologia cronica.

Ciò che ho vissuto con mia figlia mi ha spinto ad intraprendere un percorso per diventare consulente in allattamento con questa associazione.

Vorrei tanto poter aiutare

e sostenere le mamme in questo cammino,

soprattutto quando le cose si complicano

e tutto sembra difficile.

Cristina Acquaviva

consulente alla pari in allattamento materno

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