La Fascia - Tutti i vantaggi che reca al neonato
INTRODUZIONE
La teoria dell’attaccamento di Bowlby gioca un ruolo di importanza centrale nella relazione tra madre e bambino nei primi mesi di vita. Bowlby postulava che i neonati hanno un comportamento istintivo e geneticamente programmato che ha come elemento centrale la ricerca del contatto fisico stretto con la propria madre. Main e Cassidy hanno suggerito poi come la modalità con la quale la madre risponde ai bisogni del proprio bambino cercando di favorire e mantenere il contatto stretto, sia in grado di determinare la natura della relazione dell’ attaccamento che si forma.
Ainsworth ha ossrvato che anche la quantità di tempo che le madri tengono il proprio bambino influenza l’attaccamento sicuro che si sviluppa nei primi mesi di vita. Le madri che nei primi mesi di vita mantengono i loro bambini per un periodo relativamente lungo e lo fanno in maniera dolce ed affezzionata, a 12 mesi di vita sono state in grado di sviluppare una relazione sicura con il proprio bambino. Al contrario invece, se le madri non sono in grado di mantenere il proprio bambino nella maniera giusta e sicura, quest’ultimo può sviluppare un pattern di attaccamento di ansia e ambivalenza. E’ evidente che la quantità e la qualità del contatto fisico tra madre e bambino è correlata alla sicurezza dell’attaccamento. Una varietà di fattori diversi può spiegare come il contatto stretto con il corpo è in grado di influenzare positivamente il bambino, la mamma e la relazione mamma-bambino. Diversi studi hanno dimostrato il ruolo centrale del contatto che favorisce l’esperienza tattile precoce e la stimolazione vestibolare-propriocettiva e promuove lo sviluppo del benessere sociale ed emozionale del bambino.
Ebbene è proprio all’interno di questo discorso che si inserisce il ruolo dell’utilizzo della fascia nei neonati e nei lattanti; i bambini portati nella fascia sono esposti a tutti questi tipi di stimolazioni. L’aumento del tempo trascorso dal bambino in contatto diretto con la mamma all’interno della fascia può influenzare certi comportamenti come il pianto, il sorriso e la vocalizzazione che erano stati identificati da Bowlby come correlati allo sviluppo dell’attaccamento. Nello stesso tempo questo contatto stretto può avere effetti positivi anche sulla mamma, rendendola più attenta e responsiva alle necessità del prorpio bambino. Una mamma può più facilmente riconoscere degli iniziali segni di fame o disconfort in un bambino tenuto in fascia rispetto ad un bambino tenuto in culla o in carrozzina ad una certa distanza de lei stessa.
L’importanza del conforto del contatto per i neonati e lattanti è stato ampiamente osservato in passato in numerosi studi che hanno valutato diverse stimolazioni vestibolari-propriocettive, in grado di favorire lo sviluppo sociale ed emozionale dei bambini. Infatti i piccoli che sono portati all’interno delle fasce hanno la possibilità di essere sottoposti a numerose stimolazioni vestibolo-propriocettive.
L’utilizzo della fascia per portare i bambini sembra infatti influenzare positivamente il comportamento del bambino, favorendo il sorriso, la vocalizzazione e riducendo il pianto. Hunziker e Barr già nel 1986 osservavano che i bambini portati in fascia piangevano significativamente di meno nelle prime 6 settimane di vita. In un altro studio condotto da Anisfeld e colleghi del 1990 si è visto che i bambini portati in grembo all’interno della fascia, confrontati con un gruppo di bambini portati nella comune carrozzina, si rivolgevano con lo sguardo alla loro mamma meno frequentemente, così come sembravano vocalizzare e piangere meno frequentemente. Inoltre i piccoli portati fascia mostravano il “sorriso sociale” più in ritardo rispetto ai neonati non portati all’interno della fascia. Gli autori suggerivano però che i bambini portati in fascia probabilmente avevano minore necessità di attivare questi comportamenti sociali rispetto ai controlli, perché questi bambini erano già in uno stretto contatto con la propria madre!
L’utilizzo della fascia nei neonati e nei lattanti è una forma di child-care, già in uso molto tempo, fin dal XVIII secolo, che sta ottenendo sempre maggiore popolarità nei Paesi occidentale. Questa tecnica di portare i neonati in grembo fin dai primi giorni di vita si è progressivamente ridotta in Europa con l’avvento della società industrializzata, per quindi tornare in auge negli ultimi anni soprattutto grazie al suo effetto di modulazione positiva nei confronti del pianto.
L’utilizzo della fascia favorisce il sonno nel neonato, riduce l’intensità e gli episodi di pianto e nei neonati pretermine, sembrerebbe anche migliorare lo sviluppo neuromuscolare, il distress fisiologico e l’organizzazione motoria. Andiamo quindi a valutare singolarmente quelli che sono i potenziali effetti benefici della fascia e le basi scientifiche presenti in letteratura in questo campo.
EFFETTI DEL SONNO
E’ ampiamente riconosciuto che l’utilizzo della fascia ha un effetto calmante sul neonato e favorisce il sonno; diversi studi sono stati condotti sugli effetti della fascia sullo stato di sonno e di veglia. L’utilizzo della fascia sembra aumentare i periodi di sonno giornaliero, ridurre i livelli di attività motoria e la variabilità della frequenza cardiaca. Non è stata osservata invece una riduzione nella capacità di rispondere agli stimoli dell‘ambiente esterno.
Si è visto che i neonati nella fascia hanno una riduzione dei movimenti oculari durante il sonno REM ed una riduzione dei risvegli durante il sonno tranquillo. Si è osservato inoltre che durante il sonno del bambino nella fascia, sono necessari stimoli uditivi meno intensi per risvegliarlo. All’interno della fascia, a contatto con il petto della mamma o del papà, i bambini hanno una minore variabilità della frequenza cardiaca in risposta agli stimoli esterni. A fronte di una riduzione media della frequenza cardiaca durante il sonno, non sono state osservate variazioni per quanto riguarda la frequenza respiratoria, il volume inspiratorio tidal e la saturazione dell’ossigeno.
CONTROLLO DELLA TEMPERATURA
Diversi studi hanno confrontato le variazioni della temperatura cutanea nei neonati con e senza l’utilizzo della fascia e non sono state osservate differenze significative/rischio di ipotermia. Al contrario l’uso della fascia può rappresentare un buon metodo per il controllo della temperatura cutanea. Il contatto diretto con il petto materno favorisce infatti una buona regolazione della temperatura corporea. Pochi i dati invece relativi al rischio di possibile ipertermia del neonato
SVILUPPO MOTORIO
L’utilizzo della fascia nelle sue diverse posizioni ha comunque l’effetto di ridurre i movimenti del bambino. In uno studio caso-controllo condotto su neonati pretermine è stato dimostrato che la fascia può avere un effetto positivo sullo sviluppo motorio e favorire l’organizzazione neuro-motoria del bambino
SIDS
Da alcuni studi preliminari sembrerebbe che la fascia possa avere un effetto protettivo nei confronti della morte in culla; l’immobilizzazione delle spalle e del bacino potrebbe ridurre il rischio che il bambino muovendosi possa coprire bocca e naso contro la superficie di appoggio e poi non dimentichiamoci che il bambino quando riposa all’interno della fascia rimane sempre sotto lo stretto controllo del genitore che lo porta in grembo a differenza di quando viene lasciato a dormire da solo in culla!
CONTROLLO DEL DOLORE
Gli effetti della fascia sul dolore sono stati analizzati in alcuni studi caso-controllo; come il ciuccio, anche la fascia si è visto avere un effetto positivo nei confronti di una procedura dolorosa. L’effetto della fascia appare essere meno immediato rispetto a quello del ciucciotto, ma è anche meno soggetto all’effetto rebound al termine dello stimolo doloroso se confrontato all’uso del ciuccio nei neonati a termine. In uno studio randomizzato-controllato condotto su neonati pretermine, si è visto che nel neonato sottoposto alla puntura di tallone all’interno della fascia, la frequenza cardiaca di base e la saturazione di ossigeno ritornano ai valori normali in un arco di tempo più ristretto.
EFFETTI SUL PIANTO
I Patterns del pianto nei neonati fisiologici nelle società industrializzate è caratterizzato da un aumento del pianto fino alle 6 settimane di vita, seguito poi da una progressiva riduzione fino ai 4 mesi di vita, con una prevalenza di pianto pomeridano e notturno. E’ stato ipotizzato in passato come l’utilizzo della fascia e più in generale l’incremento “del portare” possa associarsi ad una riduzione del pianto del neonato e del lattante. In uno studio randomizzato sono state arruolate 99 coppie madre-bambino e divise in 2 gruppi: un gruppo di mamme in cui veniva praticato l’utilizzo della fascia ed un gruppo di controllo.
E’ stato visto come a 6 settimane di vita, che è il periodo in cui si raggiunge il picco del pianto nel lattante, i bambini che venivano portati in fascia piangevano significativamente di meno durante il giorno (43%) e durante ore notturne (53%). Risultati similari, ma meno significativi sono stati registrati anche a 4-8-12 mesi di vita. Allo stesso tempo, la riduzione del pianto si è visto essere associata anche con aumento del contenimento ed della frequenza dei pasti. Gli autori concludono dicendo che l’utilizzo della fascia modifica i normali patterns del sonno, riducendone la durata nei primi 3 mesi di vita.
In un altro studio randomizzato è stato visto che nei neonati con un insulto cerebrale, l’utilizzo della fascia come intervento per la gestione del pianto eccessivo (almeno 3 ore al giorno per 7 giorni), ha ridotto significativamente la durata del pianto se confrontato con l’uso del massaggio.
Inoltre l’uso della fascia è associato con una significativa riduzione del pianto post-intervento, con un miglioramento dell’organizzazione neuro comportamentale (Neonatal Behavioural Assessment Scale cluster score), con una riduzione del tasso di ansietà materna (State-Trait Anxiety Inventory) e con un aumento dell’indice di soddisfazione da parte dei genitori.
Tutti questi dati suggeriscono che la fascia riduce il pianto proteggendo i neonati con lesioni cerebrali da stimoli interni ed esterni e migliora l’organizzazione neuro comportamentale di questi neonati. D’altro canto, la riduzione del pianto del bambino che viene raggiunta con questa modalità, probabilmente aiuta ad alleviare anche lo stato di ansietà e di stress dei genitori.
EFFETTI SULL'ALLATTAMENTO AL SENO
I Patterns del pianto nei neonati fisiologici nelle società industrializzate è caratterizzato da un aumento del pianto fino alle 6 settimane di vita, seguito poi da una progressiva riduzione fino ai 4 mesi di vita, con una prevalenza di pianto pomeridano e notturno. E’ stato ipotizzato in passato come l’utilizzo della fascia e più in generale l’incremento “del portare” possa associarsi ad una riduzione del pianto del neonato e del lattante. In uno studio randomizzato sono state arruolate 99 coppie madre-bambino e divise in 2 gruppi: un gruppo di mamme in cui veniva praticato l’utilizzo della fascia ed un gruppo di controllo.
E’ stato visto come a 6 settimane di vita, che è il periodo in cui si raggiunge il picco del pianto nel lattante, i bambini che venivano portati in fascia piangevano significativamente di meno durante il giorno (43%) e durante ore notturne (53%). Risultati similari, ma meno significativi sono stati registrati anche a 4-8-12 mesi di vita. Allo stesso tempo, la riduzione del pianto si è visto essere associata anche con aumento del contenimento ed della frequenza dei pasti. Gli autori concludono dicendo che l’utilizzo della fascia modifica i normali patterns del sonno, riducendone la durata nei primi 3 mesi di vita.
In un altro studio randomizzato è stato visto che nei neonati con un insulto cerebrale, l’utilizzo della fascia come intervento per la gestione del pianto eccessivo (almeno 3 ore al giorno per 7 giorni), ha ridotto significativamente la durata del pianto se confrontato con l’uso del massaggio.
Inoltre l’uso della fascia è associato con una significativa riduzione del pianto post-intervento, con un miglioramento dell’organizzazione neuro comportamentale (Neonatal Behavioural Assessment Scale cluster score), con una riduzione del tasso di ansietà materna (State-Trait Anxiety Inventory) e con un aumento dell’indice di soddisfazione da parte dei genitori.
Tutti questi dati suggeriscono che la fascia riduce il pianto proteggendo i neonati con lesioni cerebrali da stimoli interni ed esterni e migliora l’organizzazione neuro comportamentale di questi neonati. D’altro canto, la riduzione del pianto del bambino che viene raggiunta con questa modalità, probabilmente aiuta ad alleviare anche lo stato di ansietà e di stress dei genitori.
Autore:
Dr. LORENZO GIACCHETTI
Specialista in Pediatria
Fonte articolo: mediciitalia.it