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Allattamento Materno: Il codice spiegato in breve

IL CODICE INTERNAZIONALE PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DEI SOSTITUTI DEL LATTE MATERNO SPIEGATO IN BREVE

Picasa - codice internazionale sulla commercializzazione sostituti del latte mat

Mentre i sostituti del latte materno si diffondevano a discapito dell’allattamento al seno, fu a partire dagli anni ’40 del secolo scorso che alcuni medici che lavoravano in paesi poveri iniziarono a segnalare con preoccupazione il rapporto fra alimentazione artificiale e mortalità, malnutrizione e malattie infantili. E’ rimasto celebre il discorso pronunciato nel 1939 al Rotary Club di Singapore dalla pediatra Cecily Williams, dal titolo significativo Milk and Murder, che iniziava così: “Se le vostre vite fossero amareggiate come lo é la mia vedendo giorno dopo giorno questo massacro di innocenti, derivante da un’alimentazione inadeguata, allora credo sareste d’accordo con me nel ritenere che la scorretta pubblicità degli alimenti per bambini debba essere punita come la più criminale delle forme di sedizione e che quelle morti debbano essere considerate degli omicidi.”

Nel dopoguerra, le voci di coloro che denunciavano lo scandalo della promozione dei sostituti del latte materno a discapito dell’allattamento diventavano sempre più forti:numerosi professionisti sanitari iniziarono a pubblicare le loro esperienze sull’impatto che la pubblicità di prodotti industriali per l’alimentazione infantile, la distribuzione di campioni gratuiti ed altre tecniche di promozione esercitavano sulla durata e la frequenza dell’allattamento al seno.

Alla metà degli anni ’70 OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e UNICEF promossero la realizzazione di un incontro internazionale sull’alimentazione infantile, che fu realizzato nell’ottobre 1979 e fu il primo di un lungo processo di consultazioni in cui esperti delle due organizzazioni si confrontarono con i governi, le industrie produttrici di cibi per l’infanzia, le associazioni professionali ed organizzazioni non governative (fra cui quella che sarebbe poi diventata l’IBFAN).

Tale processo portò nel 1981 all’elaborazione del Codice ed alla sua ratifica nel maggio dello stesso anno da parte della WHA (Assemblea Mondiale della Salute, organo deliberativo dell’OMS).

Tutti i paesi hanno approvato il Codice, tranne gli USA, a causa delle pressioni esercitate dalle compagnie Abbot Ross e Mead Johnson sul governo Reagan. Gli USA hanno ratificato il Codice 14 anni dopo, sotto la presidenza di Clinton

COS’E’ IL CODICE?

Il Codice Internazionale per la Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno è stato elaborato dall’OMS e dall’UNICEF,è stato approvato nel 1981 dall’Assemblea Mondiale della Sanità e dalle più importanti compagnie produttrici di alimenti per l’infanzia.

La realizzazione del Codice e delle Risoluzioni è riconosciuta essere una delle misure dei governi per sottostare agli obblighi presi all’interno della Convenzione dei Diritti dell’infanzia adottata nel novembre 1989, che si occupa dei diritti dei bambini al cibo, alle cure sanitarie, all’istruzione e ad un ambiente favorevole.

Comprende 11 articoli, per un totale di 39 commi con lo scopo di tutelare l’allattamento al seno mediante:

l’impegno da parte dei Governi di provvedere alla diffusione di informazioni corrette circa l’allattamento.

l’adozione da parte di produttori e distributori diappropriate tecniche di marketing per i sostituti del latte materno e altri alimenti infantili, i biberon e le tettarelle.

DOVE E' VALIDO IL CODICE?

Il Codice ha valore universale, cioè è valido in tutto il mondo. Infatti, ovunque i bambini non allattati sono meno sani di quelli allattati, e ovunque viene fatta promozione dei sostituti del latte materno questa va a minare l’allattamento.

QUANTO E' VINCOLANTE?

Il Codice è stato adottato dall’OMS come requisito minimo per proteggere la salute infantile e quindi con l’auspicio che venga messo in pratica al 100%. Dal punto di vista giuridico, però, si tratta di un codice di comportamento, e pertanto è meno vincolante di un trattato o di una convenzione, ma dal momento che l’Assemblea Mondiale della Sanità esprime il giudizio dei Ministri della Sanità dei Governi mondiali e dei loro collaboratori, eminenti esperti scientifici in campi specifici di salute pubblica, il suo peso politico è dunque notevole.

Tutti gli stati membri della WHA aderiscono al Codice, infatti anche se gli USA votarono contro inizialmente, tale posizione è cambiata con la ratifica da parte del governo Clinton della risoluzione del 1994, con la quale la WHA rinforzava il Codice.

IL CODICE HA SUBITO MODIFICHE NEL TEMPO?

Al momento della ratifica, fu riconosciuto unanimemente che con gli anni grazie all’esperienza e a nuove conoscenze scientifiche sarebbero forse state necessarie delle revisioni del documento e il Direttore Generale dell’OMS venne incaricato di produrre regolarmente rapporti sull’implementazione del Codice nei vari paesi membri. Da tali rapporti periodici sono scaturite delle Risoluzioni che chiariscono punti oscuri del Codice, lo aggiornano e, quando necessario, ne ampliano la portata. Queste integrano il Codice ed hanno validità pari ad esso.

IL CODICE OBBLIGA LE MADRI AD ALLATTARE?

No, allattare è il normale proseguimento del processo riproduttivo, iniziato con la gravidanza e col parto. L’allattamento più che un dovere è un diritto di ogni bambino e di ogni madre. Tuttavia, oggi le madri possono decidere liberamente se e quanto allattare i loro figli. Ma se le madri non hanno informazioni coerenti e aggiornate, e subiscono la promozione commerciale dei sostituti del latte materno, quanto libere possono essere le loro decisioni? Il Codice è nato per assicurare che la pubblicità di prodotti commerciali non possa competere con la promozione dell’allattamento, e pergarantire che tutti i genitori ricevano informazioni aggiornate, coerenti e indipendenti sull’alimentazione dei loro bambini.

IL CODICE PROTEGGE ANCHE I BAMBINI ALLATTATI ARTIFICIALMENTE?

Certamente. Alcune delle norme del Codice riguardano l’alimentazione artificiale al fine di garantirne la maggiore sicurezza possibile, ad esempio:

la regolamentazione delle pratiche di marketing e di pubblicità degli alimenti per lattanti.

La richiesta che sulle etichette debbano comparire le istruzioni per una corretta preparazione, anche per minimizzare i rischi derivanti da contaminazione intrinseca.

La richiesta di abolire i claim nutrizionali, ovvero le affermazioni di salute che, oltre a idealizzare l’uso del latte artificiale, possono contribuire a creare prodotti “di serie A” più costosi rispetto a latti meno costosi di qualità inferiore.

La richiesta che le informazioni riportate sulle etichette siano scritte nella lingua del paese in cui il prodotto viene venduto.

La richiesta che le etichette diano le informazioni appropriate senza idealizzare l’uso del prodotto.

La richiesta che non vengano venduti per l’alimentazione dei lattanti prodotti diversi rispetto a quelli indicati dal Codex Alimentarius.

A QUALI PRODOTTI SI APPLICA IL CODICE?

- A tutti i latti artificiali sia in polvere sia liquidi, sia le formule speciali che i cosiddetti “latti di proseguimento”.

- A tutti gli altri prodotti che possano in tutto o in parte sostituirsi al latte materno, (tisane, the, preparati liofilizzati, omogeneizzati, creme, biscotti…) quando presentati come adatti a bambini di età inferiore a 6 mesi, quindi anche l’acqua minerale, se presentata come adatta a ricostituire latte in polvere, diventa un prodotto che rientra nell’ambito di applicazione del Codice.

- Ai biberon e le tettarelle.

Per questi prodotti, il Codice PROIBISCE:

Ogni tipo di PUBBLICITÀ e PROMOZIONE al pubblico.

La distribuzione di CAMPIONI GRATUITI (se non ai medici per motivi di valutazione personale e di ricerca).

Ogni tipo di CONTATTI fra i rappresentanti delle Compagnie e donne in attesa o madri di bimbi piccoli.

La PROMOZIONE attraverso il Sistema Sanitario sia diretta che indiretta (ad esempio attraverso l’esposizione di posters, calendari, penne, ecc.).

DONI alle mamme o a impiegati del settore Sanitario.

Che sulle ETICHETTE delle confezioni appaiano scritte o immagini che ne idealizzino l’uso(diciture come “umanizzato-maternizzato”, immagini di bimbi piccoli o animaletti ecc.).

Che vengano usate asserzioni nutrizionali o per la salute (“health and nutritional claims”).

Per questi prodotti, il Codice RICHIEDE:

Che le etichette compaiano nelle lingue appropriate per la distribuzione nei singoli paesi e riportino determinati avvisi importanti e messaggi sulla superiorità dell’allattamento al seno e sui rischi dell’uso di surrogati (art. 9-2).

Che tali avvisi importanti e messaggi appaiano all’interno del materiale educativo sull’alimentazione infantile, sia esso scritto, video o audio (art. 4-2).

Che l’informazione per i professionisti sia limitata a fatti concreti e scientifici (art.7-2).

Che sulle confezioni dei latti in polvere vengano riportate le norme per una corretta preparazione (secondo le direttive dell’OMS) ai fini di minimizzare il rischio di infezione daCronobacter (Enterobacter) Sakazakii, potenzialmente presente nel prodotto anche se la confezione è intatta.

COME E' STATO RECEPITO IL CODICE DALLA LEGISLAZIONE ITALIANA?

In Italia il Codice non è recepito completamente, ma solo nelle sua parti essenziali, sia per volontà dei legislatori nazionali, sia in relazione alle precedenti direttive europee in merito. La normativa vigente vieta esplicitamente la pubblicità di alimenti per bambini di età compresa tra 0 e 6 mesi, che possono essere reclamizzati, invece, su riviste dedicate agli operatori sanitari solo a patto che abbiano carattere scientifico e riportino notizie basate su informazioni chiaramente documentate. È in ogni caso vietato offrire campioni omaggio. Per i latti di proseguimento è permessa la pubblicità solo se concepita in modo da non causare danno all'allattamento al seno, riportando chiaramente l’indicazione dell’età da cui si possono utilizzare e specificando che questo vale nei casi in cui il bambino non sia più allattato al seno (poiché l’Oms consiglia l’allattamento al seno fino ai due anni e oltre se la mamma e il bambino lo desiderano, tenendo conto dei vantaggi del medesimo anche dopo l’inizio dell’alimentazione complementare). Le ditte devono specificare che il latte di proseguimento non è equivalente al latte materno. La réclame non deve riportare diciture o immagini riferite alla gravidanza e all’alimentazione dei neonati (comprese foto o video di bambini al di sotto dei 6 mesi).

La normativa italiana permette la pubblicità di biberon e tettarelle (che il Codice proibisce essendo strumenti atti alla somministrazione del La) e pappe o bevande per bambini piccoli. Inoltre, le etichette dei latti 1, cioè quelli indicati per i primi 6 mesi di vita, devono essere ben differenziate da quelle dei latti di proseguimento. È vietato riportare affermazioni che pongano il La come uguale o superiore all'allattamento al seno. Infine, devono precisare che i sostituti vanno introdotti dietro indicazione del pediatra, illustrare come preparare il La, spiegare la difficoltosa reversibilità della scelta di passare al La ed i rischi legati all'introduzione di sostituti del latte materno prima del 6° mese.

TRATTO DA: IBFAN ITALIA

OGNI VIOLAZIONE DEL CODICE RISCONTRATA PUO' ESSER SEGNALATA A L'IBFAN ITALIA O ALL'ASSOCIAZIONE GIGLIO D'ISIDE

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